I lettori interessati alle vicende
anagrafiche della famiglia Zappellini,o a l'utilizzo dei testi devono contattare
l'autore, Aldo Cesar Zappelini (nipote di Pedro Z.) scrivendo a:
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PRESENTAZIONE
IL LUNGO VIAGGIO SENZA RITORNO è una storia di Pedro Zappelini. Non pretende essere la "storia" di Pedro Zappelini, perché nessun sondaggio in una monografia così genuina può pretendere la comprensività e la profondità di un racconto tanto importante. Ancora di più, nel confronto dell'inesistenza di un filo conduttore unico perché la storia non procede linearmente. Nasce Pedro Zappelini, figlio di Innocente (Innocens) e di Maria Bovi, nel 23 maggio 1879, nel paese di San Benedetto Po, Provincia di Mantova, nel nord dell'antica Italia. Il suo corpo muore a Tubarão, nello Stato di Santa Catarina, in territorio brasiliano, nel 23 giugno 1964, all’età di 85 anni. È emigrato in Brasile verso il 1892 con sua madre Maria Bovi, vedova in quel tempo, i fratelli Amilcare, Giuseppe Garibaldi e la sorella Carmela. Una famiglia che ha scommesso in un mondo che stava cambiando, in uno scenario di concorrenza tra gruppi stranieri. Spinto dall’inclinazione ed intelligenza, Pedro è stato propiziatore di progresso e di civilizzazione, nonostante la sregolata, irrazionale e crudele politica di colonizzazione eseguita dal governo brasiliano rispetto agli stranieri, nei primi tempi. Inorgogliamoci degli atti eroici di Pedro, dei fratelli Amilcare, Giuseppe Garibaldi, della sorella Carmela e della madre Maria Bovi. Di tanti altri della famiglia Zappelini che sono arrivati prima. Ed anche di centinaia di immigranti italiani che, con perseveranza, lavoro ed onestà, ci hanno lasciato una società familiare ben strutturata. Il tentativo di comprimere tanto in uno spazio così limitato, ha imposto inevitabilmente la decisione su che cosa omettere e cosa includere. La ricerca ha avuto come base centrale, una serie di informazioni genealogiche anteriormente preparate e consultate dal frate Juarez De Bona (anche lui della famiglia Zappelini). Risulta che IL LUNGO VIAGGIO SENZA RITORNO è un tema offerto come un racconto sperimentale e provvisorio, così come una prospettiva personale. Florianópolis, 23 maggio 1999. Data in cui Pedro, se fosse vivo, compierebbe 120 anni di età.
Pietro Zappellini--------------
Pietro – diciamo Pedro – è arrivato in Brasile nel 1891/1892, circa. È venuto con sua madre Maria, i fratelli Giuseppe Garibaldi, Amilcare e la sorella Carmelita ( che poi è ritornata in Italia ). Sono sbarcati dalla nave "Cristóforo Colombo", alla città di Recife, Pernambuco. Successivamente sono andati nella città di Santo Antonio de Posse, nello Stato di São Paulo. Poco o quasi niente si sa di questo periodo. I fatti si sono persi. È possibile che la famiglia abbia lavorato nelle fattorie, sotto la protezione economica e finanziaria di qualche impresa di colonizzazione, fatto comune in quel tempo. Queste imprese finanziavano addirittura il biglietto. Al loro arrivo offrivano la sistemazione e l’alimentazione, in cambio del lavoro in campagna (per esempio, la Società Protettrice della immigrazione – 1886 e l’Associazione di Colonizzazione di São Paulo – 1871 ). Le navi a vapore come "Cristoforo "Cristóvão Colombo", "Matteo Bruzzo" e l’ "Espagne", portavano un misto di merci e passeggeri partendo di solito da Genova. Queste navi hanno portato tanti emigranti in Brasile, facendo diversi viaggi. È ovvio che anche altre navi trasportavano gli emigranti, però sono stati trovati vari registri rispetto alle navi sopraccitate. Maria Bovi, in quel tempo con 38 anni, e i figli Carmela (sua madre la chiamava affettuosamente di Carmelita – 18 anni), Giuseppe (15 anni), Pietro (quasi 13 anni) ed Amilcare (9 anni), sono arrivati alla "Hospedaria do Imigrante" a São Paulo, nell’ 8 febbraio 1892, in questo momento oriundi dal Rio de Janeiro, a bordo della nave "Maranhão". La "Hospedaria do Imigrante" è stata fondata nel 1886 da Antonio de Queiroz Telles, il Visconte di Parnaíba, nell'attuale quartiere del "Brás", nella capitale "paulista". Gli immigranti potevano rimanere, senza spese, per otto giorni, in attesa di un contratto di lavoro. Molti uomini, donne e bambini, nel corso degli anni, sono passati per la "Hospedaria". Sbarcavano a Santos con il loro fagotti, i bauli, le valige di cartone , salivano la montagna con la "maria fumaça" un'arrancante trenino a vapore della "São Paulo Railway" Erano alloggiati alla "Hospedaria dos Imigrantes". E in seguito partivano per le fattorie. Pedro Zappelini, questo colonizzatore la cui figura si è distinta, tra le persone che hanno fatto crescere Vale do Tubarão, per diversi motivi Arrivando in Brasile, la famiglia si è stabilita all’interno dello Stato di São Paulo, dopo aver provato il caldo della città di Recife. Coltivavano il caffè ed il tabacco in una fattoria in affitto. All’inizio del secolo, il governo brasiliano volle introdurre nel paese una sorta di tabacco del tipo "havana". Non se ne conosce la ragione, ma Pedro fu invitato ad impiantare questa coltivazione a Santa Catarina. È rimasto per due anni a Blumenau, con la famiglia. Successivamente è stato ad Azambuja e Urussanga, per valutare meglio le possibilità di ampliare le coltivazioni e portare anche in quelle zone il progresso. Si è stabilito, alla fine, in Barra do Norte, dove ha aperto uno stabilimento commerciale, una fabbrica di strutto, ha iniziato la coltivazione del tabacco e l’allevamento dei bovini. I suoi fratelli hanno avuto un altro destino, svolgendo attività diverse, costituendo le loro famiglie. In quell’epoca, nello stabilimento commerciale a Barra do Norte, nelle vicinanze di Tubarão, si produceva più di 200 barattoli di strutto al mese. Pedro faceva l’intermediario nelle vendite delle fattorie , vendeva generi alimentari, medicine e tutto ciò di cui i coloni avessero necessità, Nel suo negozio si trovava di tutto. Nella Barra do Norte , Pedro ci è stato dal 1910 al 1926. E dopo un certo periodo, in cui è stato a Urubici, si è radicato definitivamente a Tubarão. Ha costruito una casa di grandi dimensioni e l’ha chiamata "Villa Aurora". Si dice che Giuseppina, sua moglie, parlava di Pedro come un "uomo di mondo". Nel periodo in cui è vissuto a Barra, ha contrattato con il governo dello stato, la rettifica e l’allargamento dell’autostrada per Braço do Norte. In cambio, il governo gli ha dato delle terre restituite presso la sorgente del fiume dei Bugri, nelle vicinanze del Grão-Pará, in Araranguá e in Forquilhinhas, vicino a Criciuma. Altre terre furono acquistate da Pedro. In queste terre, Pedro mandò numerose famiglie di colonizzatori. Nelle coste della Serra1 fu scoperta la presenza di carbone e di altri minerali. In principio , la mancanza del capitale , poi successivamente, si è verificata l’impraticabilità economica di sfruttare il poco minerale presente. In queste terre molte volte, si veniva in contatto con i "bugres". (All’inizio del secolo c’erano molti indiani nella regione di Grão Pará, nelle coste della serra, che erano chiamati "bugres".) La comunicazione avveniva attraverso i gesti. Si effettuavano scambi, con il mais e anche selvaggina. Pedro era proprietario di una grande estensione territoriale, nelle coste della Serra del Corvo Branco in cui operavano i famosi "bugreiros", come i Wandresen, i Leandro e i Brito. Le selve fitte, tra le montagne isolate, quasi inaccessibili, hanno offerto, durante molti anni, rifugio a persone violente, rifugiati dalla giustizia. I commercianti dovevano tollerare molti soprusi per non subire poi rappresaglie. L’anno 1910. Nelle vicinanze di Araranguá, sud dello Stato. Un indiano rapiva una colona italiana che lavava i vestiti nel fiume. Fu riscattata anni più tardi, aveva già due figli. Quando i tedeschi e gli italiani si sono installati al sud dello Stato, una guerra tra le frecce e le spingarde mischia il sangue delle due culture. Entra in scena il "bugreiro", il cacciatore di indiani. La Chiesa Cattolica " non dispezza gli immigranti nè gli indiani; "a uno e all’altro offre il suo ausilio", assicura D. João Becker, il primo vescovo di Florianópolis, tra il 1908 e 1912. Però la posizione del vescovo non è chiara. Infatti dice "L’indiano è un pagano, feroce, indomabile e viziato". Il colono è un evangelizzatore, pioniere abnegato al progresso, che apre una nuova fonte di rendita per il tesoro dello stato. E, perciò, l’europeo ha l’indubitabile diritto della propria difesa e di essere protetto dalle autorità del paese". Una volta, un gruppo di uomini armati ha trovato una piccola tribù. I "bugres" furono massacrati. Si salvarono solo in due un uomo e una donna . L’indiana per liberarsi morsicava le braccia degli uomini che la tenevano, un cacciatore irritato buttandola a terra le diede dei colpi fino a farla morire L'altro indigeno, urlava il nome della morta: Aiurê. Il "bugrinho’, allora fu affidato a Pedro che da molto tempo mostrava interesse ad educare un "bugrinho". Il bambino di sette/otto anni fu battezzato solennemente con il nome di Hercilio Aiurê, nel febbraio 1921 circa. João Monteiro Cabral era il padrino. Fu portato alla Barra do Norte. Nell'occasione fu data una festa con addirittura, una banda musicale per ricevere il piccolo indiano. La mancanza di adattamento però, portò alla morte il piccolo "bugre". Furono celebrati solenni funerali con due bande musicali del villaggio Pedras Grandes. Centinaia di tragedie si sono consumate negli anni fino allo sterminio degli indiani di quella regione. Aiurê è l’unico nome conservato, dalle migliaia di vittime della colonizzazione Attualmente, la località Aiurê ha la scuola, la farmacia, il commercio, e ha uno sviluppo normale, nel sertão2 dei "bugres botocudos". Sertão ( foresta nell’interno di un continente o di un paese, lontana dalla costa. )
GRAVATAL
Pedro Zappelini ha avuto grande influenza politica ed economica a Tubarão. Aveva una fattoria per l’allevamento dei bovini e coltivava il riso, lotti di terra e negozi di vari tipi. E' stato l'artefice dello sfruttamento turistico e terapeutico delle acque di Gravatal, situato a circa trenta chilometri da Tubarão. Conoscendo l’esistenza delle acque tiepide nel letto del fiume, ha comprato le terre da Waldemar, Osvaldo e Antonio Knabben, nel 1942. Siccome era italiano, uno straniero, in quel periodo storico era in corso la Seconda Guerra Mondiale, l’acquisto fu registrato a nome del figlio Hercílio, nato in Brasile. Il letto del fiume fu deviato. I lavori furono fatti manualmente, senza draghe o attrezzi analoghi. Nel 1942, Hercílio ha ottenuto l’autorizzazione per la ricerca, e nel 1946 per lo sfruttamento di questa sorgente radioattiva. L'acqua rivelò notevoli capacità terapeutiche. Molte persone vi si recavano per farsi curare, facevano i bagni e parlavano di cure quasi miracolose. Le acque zampillano naturalmente in quantità straordinaria. Sono 144 mila litri all’ora, a 37 gradi centigradi, con un elevato tenore di radioattività e apprezzabili elementi terapeutici. I1 9 luglio del 1956 è nata una società la Cia delle Acque Termali di Gravatal, per la costruzione di un albergo. I soci maggioritari Hercílio Zappelini Aldo Zappelini, Ramiro Correia Ferreira da Silva e José Agostinelli. Qualche anni dopo, è nato il Gravatal Hotéis de Turismo S/A (fondato nel 14 luglio 1969) Aldo Zappelini il primo Direttore-Presidente colui che ha posato la prima pietra dell' Hotel Internacional do Gravatal. L'inaugurazione avvenuta 10 luglio 1971, ha visto presenti il Governatore Colombo Machado Salles e diverse autorità. L’albergo approvato dalla Empresa Brasileira de Turismo e dal Conselho Nacional de Turismo. Il progetto iniziale comprendeva 9.000 m² di costruzione, con 120 unità abitative, un investimento previsto in Cr$ 6.000.000,00 – nel luglio 1971. In quel giorno, nel suo discorso, Aldo Zappelini ha detto: "Più difficile sarebbe stata la conquista di questa lotta, se non avessimo avuto la partecipazione di un uomo, idealista, che adesso non è più tra noi, lasciando aperta una lacuna che possiamo superare: Pedro Zappelini, che ci ha consegnato una eredità di saggezza". In quel momento ha riverito il nome di Sílvio Zappelini, con giustizia. Così, Gravatal è diventata un posto turistico grazie alle idee intraprendenti di Pedro Zappelini, proseguite da Hercílio Zappelini, Aldo Zappelini ed i soci Ramiro e José. Sono passati gli anni , Aldo è , uscito dalla società, vendendo la sua partecipazione azionaria del Gruppo perché in disaccordo con l'operato di un nuovo dirigente, appena arrivato, inesperto e intraprendente che dato uno scossone alle vecchie abitudini. Quelle che caratterizzavano l’uomo equilibrato e sincero che preferiva fare un passo dopo l'altro. Legati al nome "Gravatal", oltre agli infaticabili Pedro Zappelini, i figli Hercílio e Aldo e successivamente i soci Ramiro e José, è giusto ricordare i diversi collaboratori, senza escludere nessuno. Quelli dei primi tempi, che meriterebbero anche loro essere elencati, con onore: "Niquinho" (che non uccideva neanche un sariga all’ordine di Pedro Zappelini, che gli diceva che il sariga era giudice di pace all’epoca in cui gli animali parlavano - e "Niquinho" ci credeva veramente), di José Virgolino dos Santos, Silvio Zappelini, Jacó Zappelini , Nicolau Correa, José Neves, Alcides Santos Nunes - il Cidóca, l’infaticabile Liberato Borghezan, Jonas Bittencourt (l’antico albergatore), José Carlos – il sempre allegro Zé Carlos, il personale della prima cucina del Hotel das Termas: la Julia, la Margarida, la Lena, la Dete, la Zuma, l’Antonio, il João, ed il capocuoco Tomás. E tanti altri dell’inizio delle costruzioni, che meritavano essere menzionati. Uomini che hanno dato le loro vite all’impresa che stava nascendo. Un rilievo speciale per Arino Cargnin e la signora Belinha e per il già citato Silvio Zappelini. È giusto anche menzionare il nome di Hercílio Zappelini, che ha dedicato la sua vita alla impresa "Gravatal", con un lavoro serio ed onesto.
RITORNANDO AL PASSATO
La prima automobile che è apparsa a Braço do Norte è stata quella di Pedro Zappelini. È venuta da Tubarão. Dopo il 1926, approssimativamente . Pedro si recava a Braço Norte per controllare le sue terre. Racconta la signora Natália Becker, che quando l’hanno visto con la macchina, stavano disboscando la collina, si sono spaventati e sono rimasti bloccati con la falce in mano fino a quando l'auto non è sparita dietro la collina. Dopo il primo stupore, sono scesi verso la casa e sono andati a vedere dove e cosa era passato. Cercando di capire, sfregavano le dita sulla pavimentazione dove i pneumatici avevano lasciato i segni, annusavano poi, cercando di dare un nome a quello strano odore che si sentiva ancora nell'aria. Pedro Zappelini e Estevão Grasso, italiani; Adolfo Kindemann e José Knaben, tedeschi, hanno fondato la colonia di São Miguel, esistente ancora oggi, nelle vicinanze di Gravatal. Questo nel 1920 circa. Erano i proprietari della fattoria Roque Sá, Manoel Pedro das Neves e Vasco Fernandes. Nicolau Agostinho aveva degli schiavi neri per il lavoro. Li colpiva con la frusta senza pietà. Tra i neri, Pedro Camboio, servitore che da piccolo era costretto a portare pesanti casse con la manioca, dalle colline alla fattoria. Era così pesante che gli aveva deformato le gambe e così è cresciuto , con le gambe arcuate. La prima pista di atterraggio, parvenza di un futuro aeroporto , della città di Tubarão è stata costruita su un terreno ceduto da Pedro Zappelini. L’estensione di quella zona era di circa mille metri di lunghezza per ottanta di larghezza. Si trovava nelle vicinanze della casa di Pedro, "Villa Aurora". È stata inaugurata nel 15 settembre 1935. Vi atterravano aeroplani che facevano praticava di volo. All’inaugurazione della pista di rullaggio è arrivata una "squadriglia" della Base Aérea de Aviação de Florianópolis, in presenza di quasi mille spettatori. Diversi oratori si sono succeduti in discorsi inaugurali e un lauto "churrasco" (festa dove si mangia la carne allo spiedo) fu offerto agli aviatori. Erano presenti molte autorità, addirittura i preti venuti delle diverse parrocchie della regione. Rallegravano i festeggiamenti la Socieda de Musical Carlos Gomes, venuta appositamente con un treno della Estrada de Ferro Teresa Cristina, dalla Laguna e la Banda Musical Lira Tubaronense. Anni più tardi, la pista, fu abbandonata e dichiarata inagibile all’atterraggio degli aeroplani più grandi, anche perché un’altra pista era stata costruita, in una area ceduta dalla famiglia Collaço. L'Air France aveva promesso che vi avrebbe fatto scalo una volta alla settimana ,ma una volta costruita, ciò non si verificò. Fu cosi che Pedro si riprese l'area della pista non più utilizzata per l'uso cui era stata destinata. Pedro ne ha ricavato successivamente dei lotti diversi che ha messo in vendita. È folcloristico raccontare ciò che successe prima dell’inaugurazione di questa pista di rullaggio. Il giornale settimanale A Imprensa, "indipendente e notizioso", nella sua edizione del 18 agosto 1935 (l’abbonamento costava $5.000 – pagamento in anticipo), ha pubblicato ciò che segue. "Nel quindici agosto, Giovedì. Comincia un giorno radiante di splendore. Il sole trasborda torrenti di raggi di sole sulla cittadina (Tubarão). Anche il freddo, che ci stava castigando negli ultimi tempi, è sparito, arrivando nel suo posto una temperatura molto piacevole. La popolazione è impaziente ed apprensiva, il vicario corre il rischio di pregare alle pareti. Ma perché? Perché le autorità locali hanno ricevuto il comunicato del Comandante da Base de Aviação Naval a Florianópolis che verrebbe lui stesso ad esaminare la pista adatta all’atterraggio. Ed è venuto. Sono le ore dieci e quattro minuti nell’orologio della chiesa. Una valanga umana invade le terre di Pedro Zappelini (un grande proprietario di terre a Tubarão e nelle vicinanze) attentamente preparate per l’atterraggio. C’era un numero gigantesco di bambini. In un dato momento, tutti miravano al nord. – Viene là , viene là! Guarda nella direzione del mio dito. Qua, ragazzo, sulla casa dei Collaço. Erano due punti che apparivano nel blu celeste di questa mattina magnifica. Stanno crescendo, crescendo, ed eccoli sulle nostre teste a volare e a fare delle acrobazie. L’aereo in cui navigava il comandante Medeiros ha fatto il riconoscimento e ha atterrato. In sua compagnia è venuto il tenente Basilio. L’altro aereo non era ancora sceso. Eccolo che esegue una pericolosissima acrobazia, che nel modo di dire del "Janóca", neanche l’avvoltoio la potrebbe fare. L’aviatore sembra che ha perso il controllo dell’uccello di acciaio. L’aereo ha atterrato subito dopo". Racconta il giornale che un ragazzo ha colpito l’aereo per assicurarsi che era duro l’acciaio. Continua il giornale A Imprensa : "… gli aviatori, in compagnia del sindaco municipale Luiz Martins Collaço, ed altre persone notevoli, hanno percorso la pista. Gli avventati assi della nostra gloriosa marina si sono rivelati soddisfatti per il lavoro che stavano facendo e hanno dichiarato che, finita la costruzione della pista, sarebbe iniziata una linea della posta aerea tra Florianópolis e quella città. Il comandante ha ringraziato Pedro Zappelini, per la cessione del terreno e ha confessato la sua soddisfazione dell’interesse del popolo nella costruzione della riferita pista. Dopo, gli aerei hanno cominciato il volo di ritorno. Prima di riprendere la rotta per la Capitale, il tenente Basilio, che questa volta viaggiava solo, esegue varie acrobazie." "Disastro di aviazione a Tubarão". Così ha pubblicato il giornale A Imprensa, edizione del 23 febbraio 1936. Notizia tragica, di serie e gravi conseguenze, ci pare. Guardiamo il testo. "Mercoledì scorso, la nostra città è stata il palco per un disastro aereo, nella pista di volo provvisoria, nella proprietà di Pedro Zappelini. Due aerei della Base de Aviação Naval de Florianópolis, come il solito, sono venuti a fare un volo esperimentale in una visita alla città. L’aereo pilotato dal Tenente Alfredo Elis Neto, avendo come meccanico il Sergente Rufino, nell’atterrare ha subito un piccolo danno, si è rotto l’acciaio della poppa, che ha penetrato la terra nell’atterrare. Poco tempo dopo, l’aereo è ritornato a Florianópolis e ha portato un altro pezzo per sostituire quello rotto. Dopo la riparazione, il Tenente Alfredo è andato a girare l’elica. Il meccanico Rufino, che si trovava ai comandi dell’aereo, si è distratto ed ha accelerato invece di fermarlo. L’aereo è scappato ed è andato in direzione alla macchina della Prefettura, stracciandola. Fortunatamente non ci sono state delle vittime e nessun ferito. Hanno sistemato l’aereo ed l’hanno rimandato a Florianópolis. Così era scritto sul giornale citato. Comunque, Pedro Zappelini, ha accettato cedere le terre per la costruzione della pista di rullaggio mediante una "modica somma", giacché era una area che si stava coltivando. Non si poteva permettere uno svantaggio. Il risultato è stato raccontato sopra. L’aviazione non ha più usato la pista e Pedro l’ha ripresa. Attualmente, nello stesso luogo, c’è l’ "Avenida Pedro Zappelini". Durante la "República Velha"- dal 1890 al 1930 – Pedro Zappelini, nonostante avesse la cittadinanza straniera (ha richiesto il registro di straniero nel 28 dicembre 1940), ha occupato il posto di Conselheiro Municipal, antica denominazione dell’attuale Vereador (Consigliere Municipale), dal 1919 al 1923. Nel 1919, insieme a Pedro Zappelini, sono stati consiglieri municipali Luis Antonio da Rosa, Simeão Esmeraldino de Medeiros, Patrício Antunes Teixeira, Manoel Teixeira Nunes, Anselmo Cargnin e Pedro Thomaz Sobrinho. Nel 1923, oltre a Pedro Zappelini (che è mancato a diverse sessioni, dal gennaio di quell’anno), hanno eseguito la stessa funzione Antonio Pedro da Silva Medeiros, Severino Albino Correa, Raymundo Tonon, Pedro Magalhães de Castro, Manoel Teixeira Nunes, Simeão Medeiros, Manoel Antonio Fructuoso e Leopoldo Manoel Firmino. La Revoluzione di 1930 chiude il Conselho Municipal. Era il periodo dell’ Era Vargas. Hercílio, suo figlio, è stato consigliere municipale nel 1955. Pedro ha avuto un’automobile Oldsmobile. L’ha venduta a Fernando Genovez. La macchina è finita nel cantiere edile della Cia. Siderúrgica Nacional, a Capivari, prima distretto di Tubarão. Landislau Larroyd, un misto di meccanico e elettricista, ha trasformato, con astuzia e arte, il motore della vecchia Oldsmobile in un apparecchio che produceva luce ed energia. L’invenzione è stata una benedizione, perché tra le diverse difficoltà imposte dalla Seconda Guerra, in quell’epoca, verso il 1943, c’era un draconiano razionamento di benzina. L'alimentazione del motore della vecchia auto fu trasformata da benzina a carbone e con tale trasformazione iniziò a fornire energia elettrica per l'illuminazione del cantiere edile della fabbrica. Il 27 giugno 1931 fu fondato il Clube 29 de Junho, a Tubarão. Il verbale della fondazione fu firmato dalle 22 persone che erano presenti quel giorno, tra loro, Pedro Zappelini, insieme a Luiz Martins Collaço, José Nicolau de Carvalho, Rubens Faraco, Januário Alves Garcia, Manoel Cabral, Roberto Zumblick, Germano Siebert ed altri. Dalle ricerche effettuate crediamo che Pedro Zappelini era un grande proprietario di terre ed immobili urbani nella regione amministrativa di Tubarão. Ha posseduto molte terre nelle zone vicine alla regione montagnosa dello Stato. Per esempio, nel febbraio 1949, annunciavano nel giornale "Imprensa", della città di Tubarão, la vendita di una grangia con 118 há., incluso due case, una di legno e un’altra di muratura, con una serie di migliorie. Dopo, anche 30 lotti coloniali, localizati nella zona chiamata Rio dos Indios, comune di Rio Fortuna, con 3 parti di selva vergine. Nel giugno 1945, nello stesso giornale, l’unico della città di Tubarão, Pedro vendeva la casa dove ci era stata l’antica Prefettura Municipale, nella via Coronel Collaço, al prezzo di Cr$ 25.000,00. Per evidenziare diciamo che, in un solo libro di registro di immobili, dell’anno 1948, sono stati trovati più di dieci contratti di compra e vendita di lotti urbani ed immobili coloniali, riferiti a Pedro e ai suoi figli Hercílio e Aldo. Non si conosce quale sia la relazione di parentela con il nostro Pedro. Però, la ricerca ha portato alla scoperta di un omonimo di Pedro Zappelini. Esiste nella circoscrizione giudiziaria di Tubarão un documento storico di un mandato di cattura preventiva formulato contro Pedro Zappelini e suo fratello Benedito Zappelini, figli di João Zappelini, tutti nati in San Benedetto Po, in Italia (città di nascita del nostro Pedro), nell’occasione residenti ad Azambuja. Motivo: discussione sulle terre. Il mandato è stato deferito. Questo è avvenuto nel 21 maggio 1890. Da notare che il nostro Pedro è arrivato in Brasile due anni dopo questo fatto, sbarcando in Brasile nel 1892. Si tratta, allora, di un omonimo di Pedro. Tutto ciò ci lascia pensare che questo João Zappelini è stato uno dei primi Zappelini arrivati in Brasile, nella prima ‘rimessa’ degli emigranti nati in San Benedetto Po, ed era cugino del padre del nostro Pedro. Insomma, cos'è accaduto: il 21 maggio 1890, nel comune di Azambuja, in un negozio locale, c’erano i fratelli Pedro (19 anni) e Benedito (21 anni), figli di João Zappelini (tutti nati in San Benedetto Po), quando è entrato, su di un cavallo, ubriaco, il cittadino João Alexandre, urlando ad alta voce che la famiglia Zappelini aveva invaso la sua proprietà. Benedito ha affermato che non era vero. João ha proiettato il suo cavallo in direzione di Benedito e l’animale ha schiacciato il suo piede. Davanti alla situazione, Pedro ha reagito ed è scoppiata una lite. Durante la lotta, João Alexandre è stato ferito cinque volte da un temperino, che portava Benedito. Il commissario Patrício Pinto de Magalhães ha rogato il fatto e ha chiesto la prigione preventiva di Pedro e Benedito. Il giudice municipale della Vila de Tubarão, Anacleto Phóes de Bitencourt ha deferito il mandato. Però, il giorno dopo, i fratelli erano già liberi. C’è un registro sul giornale A voz do povo, pubblicato a Tubarão/SC nel 15 giugno 1952, raccontando le storie dell’antica città, che Amadeu Balsini, Matias Fritzen, Salvador Almeida Machado e Humberto Zappelini, sono stati portati alla giuria popolare, nel 6 luglio 1917, e sono stati assolti. Niente altro si aggiunge. È ovvio che qualcuno è stato ucciso o è successo il tentativo di omicidio, in conseguenza delle terre. Un’altra storia ci porta a Clyto Jacomo Zappelini. Residente a Palmeiras, vicino a Orleães/SC, ha avuto decretata la bancarotta del suo stabilimento commerciale dal giudice João de Deus Faustino da Silva, di Tubarão/SC. È avvenuto nel 14 giugno 1927. Nel negozio Clyto vendeva tessuti e mercerie. Succede che i Zappelini non accettettarono l’offesa, nonostante fossero immigranti, coloni, quasi senza saper leggere. E così era necessario per la loro sopravvivenza, principalmente in quei tempi di tante difficoltà. La terra acquistata con molto impegno era come un tesoro per la famiglia immigrante. I Zappelini non si sono mai permessi ad avere un disinteresse gratuito per le loro terre come qualsiasi caboclo o brasiliano avventuriero. Lottavano per le loro terre. Per questa ragione sono emigrati. Allora non sarebbe un caboclo che gli priverebbe del patrimonio più prezioso che possedevano. Sono accaduti vari eventi litigiosi in difesa della proprietà, secondo dati trovati nelle ricerche. I Zappelini hanno la tradizione di lottare per i loro diritti. Pedro Zappelini è il nome di un viale nelle città di Tubarão e Gravatal. Suo figlio, Hercílio, è il nome di un’autostrada statale. In Italia, a Busto Arsizio (VA), c’è la "via Zappelini". L’Università Cittadina per la Cultura Popolare (Italia), possiede la stanza "Zappelini", destinata alle conferenze e agli eventi culturali. Comunque non si conosce il legame esistente di quello Zappelini con Pedro Zappelini. Il 23 luglio 1964, a 85 anni, dopo una lunga e penosa malattia, muore Pedro Zappelini, lasciando l’esempio di un uomo onesto, dissodatore ed inventivo. Un grande ed eroico colonizzatore. I suoi figli hanno proseguito l’opera del loro padre, fino al suo viaggio all’Oriente Eterno. Le figlie Irene, Elisa, Anita e Matilde hanno saputo compiere, con onore, il loro ruolo di spose e madri, fino alla loro morte. A Tubarão, sotto l’orientamento di Pedro, i figli Hercílio e Aldo hanno creato la società Zappelini e Cia., con i soci Spedito Furlan e Ladislau Larroyd, che eseguiva servizi di falegnameria e costruzione in generale. La società è durata dal gennaio 1941 al novembre 1946. Dopo c’era Cia. de Automóveis Zappelini, che rappresentava la marca Studebaker. In seguito, con Raymundo Guarezzi e Cia. Ltda., ed i soci erano Jacob Maestri, Raymundo Guarezzi, Artemio Turcatto, Aldo e Hercílio Zappelini. La finalità era l’imbottigliamento di vino. È durata dal 15 novembre 1946 al 31 gennaio 1951. Nel febbraio del 1951, Aldo, Hercílio ed il cognato Duilio Bianchini, hanno fondato la Bianchini Zappelini Ltda che è finita nell’aprile 1971, quando l’hanno venduta a Ariosvaldo Durante e Alberto Botega. Allo stesso tempo, Aldo e Hercílio erano alla direzione della Cia. de Águas Termais do Gravatal.
CONCLUSIONE
Tanti i sogni e le speranze per una vita migliore portavano gli emigranti nei loro bagagli, all’incontro con la nuova patria. Questi uomini inventivi, hanno avuto forza, resistenza e iniziativa, per sopportare le solitudini sconfinate nelle terre estranee alla loro patria. Nessuno, in qualsiasi maniera, può diminuire il grande contributo che questi gruppi di coloni hanno portato al progresso economico e sociale di questa patria adottiva. Più che rendere un omaggio ai nostri antenati, è registrare il passato e ciò riscatta una parte importante dei valori acquistati durante centinaia di generazioni. Un debito importante che abbiamo con noi stessi perché, alla fine, siamo una parte viva di questa eredità dei geni e delle tradizioni che è di grande valore. Questo spazio è dedicato ai bravi ed onorevoli antenati Maria Bovi (madre), Giuseppe Garibaldi, Pedro e Amilcare, che alla fine del secolo passato, hanno riunito i loro scarsi beni in pesanti bauli, i alimentati dai sogni per una vita migliore hanno lasciato l’Italia. Sopportando un viaggio di quasi un mese su una nave a vapore in direzione di questa ‘nuova America’. È una saga non molto diversa di quella degli altri valorosi immigranti italiani ai quali rendo anche questo genuino omaggio.
Noi italiani lavoratori.
Allegri andiamo in Brasile.
E voialtri d’Italia signori.
Lavoratelo in vostro badile.
Se volete mangiare.
Noi, lavoratori italiani.
Andiamo contenti in Brasile.
E voi, nobili dell’Italia.
Prendete la pala.
Se volete mangiare.
Era questo lo spirito, era questa la canzone degli
emigranti italiani, sulle le loro navi.
Aldo Cesar Zappelini ( nipote di Pietro Zappellini)
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